Eventi e Attività:
cosa fare a Gubbio
Si rafforza la strategia della comunicazione tramite social che consente di raggiungere un pubblico potenziale illimitato e si rivela particolarmente utile lo strumento di comunicazione ‘I LIKE GUBBIO’, per offrire una carrellata dei tanti eventi e iniziative in città e nel territorio.
Musica, teatro, sport, incontri, mostre in un ricco ‘menù’ dal quale poter scegliere secondo le preferenze e i gusti personali.
Si tratta di proposte elaborate dall’amministrazione insieme a quelle presentate da varie associazioni, poiché la formula vincente ‘pubblico – privato’ è sempre più attuale per ottimizzare risorse ed energie, in tempi di ristrettezze economiche e di bilancio.
Il sindaco
Filippo Mario Stirati

Scopri in Umbria, Gubbio la più bella città medievale
Calendario di eventi a Gubbio
Scopri gli eventi e le iniziative di questi giorni nella più bella città medievale
luglio 2022
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2Eventi
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Dettagli dell'evento
La mostra si inserisce nelle celebrazioni dei 600 anni dalla nascita del duca Federico da Montefeltro, avvenuta a Gubbio nel 1422. Fino al 2 ottobre 2022, i tre musei principali
Dettagli dell'evento
La mostra si inserisce nelle celebrazioni dei 600 anni dalla nascita del duca Federico da Montefeltro, avvenuta a Gubbio nel 1422. Fino al 2 ottobre 2022, i tre musei principali della città – Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano – ospiteranno un’ampia esposizione di opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere, nonché da collezionisti privati.
L’inaugurazione della mostra è prevista domenica 19 giugno alle ore 15.30.
L’esposizione, a cura di Francesco Paolo Di Teodoro con Lucia Bertolini, Patrizia Castelli e Fulvio Cervini, accende i riflettori su questo illustre personaggio della storia italiana, grande condottiero, capitano di ventura e uno dei principali mecenati del Rinascimento, ripercorrendo i momenti gloriosi vissuti dalla città di Federico e del figlio Guidubaldo, l’ultimo dei Montefeltro morto nel 1508.
La mostra diventa occasione per rileggere la storia di Gubbio tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento, dando spazio, secondo ambiti peculiari, a manoscritti, dipinti, documenti, medaglie, monete, armi, armature, sculture, arredi.
I natali eugubini di Federico sono avvalorati dalle sue stesse parole che, nel 1446, scrive che a Gubbio andavano il suo affetto e la massima intensità dei suoi sentimenti: «perché ve acertamo che lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra», frase che diventa anche motivo di titolo per la mostra. Federico fece edificare proprio a Gubbio un suo palazzo, in posizione urbica elevata e fronteggiante la cattedrale, riproponendo la condizione del palazzo a Urbino.
La mostra è promossa dal Comitato nazionale per la celebrazione del sesto centenario della nascita di Federico da Montefeltro, Direzione Regionale Musei Umbria, Comune di Gubbio, Diocesi di Gubbio, Palazzo Ducale di Gubbio, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano, con il contributo della Regione Umbria, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, in collaborazione con Gubbio Cultura e Multiservizi e Festival del Medioevo.
Il catalogo è di Silvana editoriale.
L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura.
QUI le info per orari di apertura e biglietti
Orario
10:00am
Luogo
Musei Cittadini
05lug10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
05lug10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
luglio 2022
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La mostra si inserisce nelle celebrazioni dei 600 anni dalla nascita del duca Federico da Montefeltro, avvenuta a Gubbio nel 1422. Fino al 2 ottobre 2022, i tre musei principali
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La mostra si inserisce nelle celebrazioni dei 600 anni dalla nascita del duca Federico da Montefeltro, avvenuta a Gubbio nel 1422. Fino al 2 ottobre 2022, i tre musei principali della città – Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano – ospiteranno un’ampia esposizione di opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere, nonché da collezionisti privati.
L’inaugurazione della mostra è prevista domenica 19 giugno alle ore 15.30.
L’esposizione, a cura di Francesco Paolo Di Teodoro con Lucia Bertolini, Patrizia Castelli e Fulvio Cervini, accende i riflettori su questo illustre personaggio della storia italiana, grande condottiero, capitano di ventura e uno dei principali mecenati del Rinascimento, ripercorrendo i momenti gloriosi vissuti dalla città di Federico e del figlio Guidubaldo, l’ultimo dei Montefeltro morto nel 1508.
La mostra diventa occasione per rileggere la storia di Gubbio tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento, dando spazio, secondo ambiti peculiari, a manoscritti, dipinti, documenti, medaglie, monete, armi, armature, sculture, arredi.
I natali eugubini di Federico sono avvalorati dalle sue stesse parole che, nel 1446, scrive che a Gubbio andavano il suo affetto e la massima intensità dei suoi sentimenti: «perché ve acertamo che lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra», frase che diventa anche motivo di titolo per la mostra. Federico fece edificare proprio a Gubbio un suo palazzo, in posizione urbica elevata e fronteggiante la cattedrale, riproponendo la condizione del palazzo a Urbino.
La mostra è promossa dal Comitato nazionale per la celebrazione del sesto centenario della nascita di Federico da Montefeltro, Direzione Regionale Musei Umbria, Comune di Gubbio, Diocesi di Gubbio, Palazzo Ducale di Gubbio, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano, con il contributo della Regione Umbria, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, in collaborazione con Gubbio Cultura e Multiservizi e Festival del Medioevo.
Il catalogo è di Silvana editoriale.
L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura.
QUI le info per orari di apertura e biglietti
Orario
10:00am
Luogo
Musei Cittadini
05lug10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
05lug10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano