Le Tavole
Eugubine
Le Tavole Eugubine costituiscono il più importante testo rituale di tutta l’antichità classica. Risalgono al III-I secolo a.C. e sono state incise da mani e in momenti diversi. Sono sette lastre di bronzo di cui le prime cinque risultano scritte in alfabeto derivato dall’etrusco, mentre le ultime due sono scritte in alfabeto latino. In entrambi casi la lingua è l’Umbro. Le origini del popolo umbro sembra risalgano alla seconda migrazione indoeuropea (dal 1000 a.C.): gruppi di popolazioni nomadi scesero dall’Asia centrale e si fusero con quelle già esistenti nel territorio, dando luogo a popolazioni di stirpe italica. Il valore delle Tavole Eugubine è proprio quello di rappresentare una finestra aperta sugli usi e costumi di queste genti. Le Tavole descrivono riti religiosi e contengono prescrizioni rituali. I riti erano svolti a favore della città di Gubbio. Attraverso l’analisi di queste cerimonie è possibile conoscere l’organizzazione non solo religiosa ma anche politico-economica degli Umbri.
Gli antichi eugubini avevano un Pantheon formato da triadi divine, di cui la più importante era la triade Grabovia formata da Giove, Marte e Vofione. Tra le righe si comprende anche come fosse organizzata la città: una parte sacra (Okri) e una laica (Tota). Gubbio era protetta da una cinta muraria provvista di tre porte: Vehia, Trebulana, Tessenaca. Il territorio era costellato da castellieri e santuari posti in genere sulle alture. L’economia si basava sulla coltivazione dei campi e sull’allevamento del bestiame. Data la scarsità di reperti archeologici riferiti al mondo umbro, la cultura di questo popolo consiste per noi in tutto ciò che ci raccontano le Tavole Eugubine. (da “Gubbio città d’arte”, di E. Sannipoli e F. Mariucci).
Le Tavole Eugubine sono conservate nel Museo Civico del Palazzo dei Consoli.