I Quattro Quartieri

Ricapitoliamo. A Gubbio si fa una festa con tre santi: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio. I quartieri sono quattro e sono dedicati ad altri quattro santi: San Martino, San Giuliano, Sant’Andrea e San Pietro. A parte il quartiere di San Pietro, dove c’è la chiesa di San Pietro, a San Martino la chiesa più importante e centrale è la chiesa di San Domenico, a San Giuliano è la chiesa di San Giovanni e a Sant’Andrea… San Marziale.

Non vi scoraggiate, Gubbio è tutta particolare, dopo un po’ ci si abitua.

Quartiere di San Martino

Il quartiere di San Martino si estende sulla destra del torrente Camignano ed è quello più antico e tipicamente medievale ed integro, sia nell’architettura che nel carattere dei suoi abitanti, sempre pronti alla battuta e parecchio istrionici. Non è un caso che in questa zona troverete tantissimi ristoranti, locali e bar molto carini, disseminati un po’ ovunque, da piazza Bosone fino a piazza Giordano Bruno, dove affaccia la grande chiesa di San Domenico.

Percorrere queste vie vi porterà a contatto con edifici due-trecenteschi dalle austere facciate in pietra calcarea e a imbattervi in preziose vedute e scorci incantevoli. Notevole il Palazzo del Capitano del Popolo e la vicina Porta di Santa Croce, l’unica porta del circuito murario eugubino che conserva ancora gli originali sportelli lignei. Inoltrandosi pochi passi più in là da non perdere la suggestiva chiesa di Santa Croce.

In questo punto ha inizio la Gola del Bottaccione.

Con il termine “Bottaccione” gli eugubini si riferiscono ai resti dell’antico invaso realizzato sul torrente Camignano, dove ha origine l’acquedotto medievale, una delle meraviglie di Gubbio, da alcuni anni percorribile in tutta sicurezza a piedi.

La Gola del Bottaccione è un sito di rilevanza mondiale. Camminando da queste parti non è raro incontrare gruppi di geologi intenti a osservare le rocce. Dall’analisi delle rocce del Bottaccione infatti è stato possibile osservare un’anomala concentrazione di iridio, minerale di provenienza extraterrestre contenuto in alte percentuali nei meteoriti.

L’ipotesi è che l’impatto di un grande meteorite sia stata la causa principale dell’estinzione di massa dei dinosauri del Cretaceo-Paleogene. Questo impatto avrebbe rilasciato enormi quantità di iridio nell’atmosfera terrestre, che poi si sarebbero depositate sulla superficie del pianeta. A proposito di dinosauri, poco fuori le mura, presso il Monastero di San Benedetto, si può visitare la mostra permanente “Extinction”, che racconta la storia della vita sulla Terra focalizzandosi sul tema delle grandi estinzioni.

Curiosità: qualcuno collega l’estrosità eugubina alle forti concentrazioni di iridio… Proviamo a tentare un’ipotesi. La tradizione dei “Matti di Gubbio” celebra la follia come libertà, un non conformarsi che permette di vedere il mondo da una prospettiva diversa, con spirito di umorismo e leggerezza. L’iridio, con la sua incredibile resistenza e rarefazione, potrebbe metaforicamente rappresentare l’indomabilità e l’unicità dello spirito degli eugubini.

Quartiere di San Giuliano

Da piazza Giordano Bruno si imbocca via dei Consoli e ci si inoltra nel Quartiere di San Giuliano.

In via dei Consoli sulla destra incontriamo il Palazzo del Bargello con la famosa “Fontana dei Matti” dove potrete prendere la vostra “patente da matto”.

Fate tre giri intorno alla fontana e se riuscite, trovate un autoctono che vi spruzzi addosso un po’ d’acqua. Sarete così ufficialmente diventati “matti di Gubbio”.

In questa piazzetta è anche possibile osservare un perfetto esempio di “Porta del morto”. Particolarmente stretta, sormontata da un arco a sesto acuto, si trova a una certa altezza, necessitando quindi di una scala per essere usata. Questo dettaglio architettonico era funzionale alla difesa, in tempi turbolenti come quelli medievali!

Il cuore del Quartiere di San Giuliano è Piazza San Giovanni con l’omonima chiesa dall’armoniosa facciata gotica e con torre campanaria romanica. La Piazza è collegata alle Logge dei Tiratori della lana da un progetto di riqualificazione firmato dall’architetta Gae Aulenti.

Quartiere di Sant’Andrea

Da Piazza Grande si segue verso via XX Settembre. Dopo pochi passi, a destra, scendendo una panoramica scalinata, si arriva in via Savelli della Porta, dove si trova la chiesa di San Francesco della Pace, che qui è conosciuta come “Chiesetta dei Muratori”. Qui potrete vedere la tomba del famoso Lupo di Gubbio e le tre statue dei Ceri.

In questa parte della città farete una passeggiata più tranquilla e meditativa. Da vedere, nella chiesa sconsacrata di Santa Maria Nuova, la bellissima Madonna del Belvedere, di Ottaviano Nelli, capolavoro del 1415. Da qui si arriva in via Dante e poi su Corso Garibaldi.

A proposito di Dante, il legame tra Gubbio e il Sommo Poeta è fondamentale. Fu infatti l’eugubino Cante Gabrielli, nominato podestà di Firenze, a condannare all’esilio Dante nel 1302. La “Divina Commedia” fu scritta proprio negli anni dell’esilio (1302-1321). Le suggestioni che legano Dante a Gubbio, visitata e narrata più volte, sono evidenziate anche da alcuni versi del Canto XI del Purgatorio, in cui il poeta incontra il miniatore “Oderisi l’onor d’Agobbio”, celebre nell’arte della miniatura.

Curiosità. Avete un desiderio? È il momento di esprimerlo!
In cima a corso Garibaldi ci soffermiamo a guardare la Statua di Sant’Ubaldo, accanto alla chiesa della SS. Trinità. Se notate, proprio sulla base della statua, c’è un anello di metallo, piccolino, giusto la larghezza di un mignolo. Secondo gli eugubini mettere il dito mignolo nell’anello e dire una preghiera al Santo può aiutare a esaudire qualche desiderio…

Quartiere di San Pietro

Questo quartiere ha come protagonista la chiesa di San Pietro, consacrata nel 1058 e poi rimaneggiata e ampliata in vari momenti successivi, soprattutto a partire dai primi del Cinquecento. Sede del più grande monastero eugubino, ora ospita la Biblioteca Sperelliana, polo culturale della città, con tantissimi eventi che si svolgono nei locali dell’Ex Refettorio cinquecentesco. Concerti, convegni, laboratori di artiterapie e teatro per i bambini, attività e incontri di vario tipo animano questi spazi.

Segnaliamo, al primo piano della Biblioteca, la Divina Commedia di Cecco Bonanotte, “editio unicum” di uno dei massimi artisti contemporanei, maestro della scultura figurativa.