Gubbio
in numeri
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Siccome Gubbio è nota per essere la “città dei matti”, in senso buono e giocoso, abbiamo scelto di dare un po’ di numeri, che sono sempre magici e intrecciati tra di loro, proprio come le vicende storiche di Gubbio, della sua arte e della sua ricca cultura.
7 SETTE
Sette sono le Tavole Eugubine. Incise sul bronzo in lingua umbra sono unanimemente considerate il più importante testo rituale di tutta l’antichità classica. La loro datazione risale al III-I secolo a.C., anche se probabilmente riportano riferimenti a testi molto più antichi, addirittura risalenti al millennio a.C.. Si possono ammirare nel Museo Civico del Palazzo dei Consoli.
Gubbio è anche il settimo comune d’Italia come estensione territoriale: 525 km².
Quindi oltre al centro storico comprende una periferia estesa, frazioni, un territorio circostante collinare e montuoso, boschi, campagne più e meno antropizzate. È posizionata ai piedi del Monte Ingino ed è attraversata da due torrenti, il Camignano e il Cavarello.
8 OTTO
A Gubbio sono state girate le prime otto stagioni della fortunata serie televisiva di Don Matteo con Terence Hill. Ancora oggi molti turisti cercano i luoghi del famoso personaggio televisivo. Uno di questi, forse quello che di più è rimasto nella memoria e nell’affetto delle persone, è la facciata della chiesa di San Giovanni, nel quartiere di San Giuliano. Qui, nel 2005, un importante intervento di riqualificazione affidato a Gae Aulenti, ha voluto ricreare, attraverso la nuova pavimentazione e l’illuminazione, le relazioni esistenti tra i vari componenti della bella piazza.
3 TRE
Il tre è un numero importante, a Gubbio. Tre infatti sono le imponenti macchine di legno della famosa Festa dei Ceri, che si celebra ogni 15 di maggio in onore del Patrono della città, l’amato vescovo Ubaldo, morto il 16 maggio del 1160. La festa trae le sue origini da antichi e radicati rituali del popolo umbro, che la spiritualità medievale seppe rinnovare e consolidare, mantenendone intatto il significato di grande festa propiziatoria di popolo. I tre ceri rappresentano tre classi sociali medievali della società eugubina, ovvero i muratori, i commercianti e i contadini, compiono tre girate (o “birate”), si inchinano sempre per tre volte.
Il numero tre è spesso associato al ciclo della vita (nascita, vita, morte) e alla trinità nella tradizione cristiana. Nella Festa dei Ceri questo simbolismo può essere interpretato come la perpetuazione della vita della comunità e della sua fede attraverso le generazioni.
Con tre giri intorno alla Fontana del Bargello, più famosa come “Fontana dei matti”, si acquisisce la “patente da matto” della città di Gubbio. Questo peculiare “documento” non ha ovviamente alcun valore legale o ufficiale, ma è piuttosto un simbolo giocoso che riflette l’umorismo e l’identità culturale della città e dei suoi abitanti. La patente da matto è un attestato ironico che certifica il possesso di una certa dose di simpatia eccentrica e di capacità di stare al gioco, qualità considerate necessarie per vivere appieno la vita eugubina con il suo ricco calendario di eventi e tradizioni.
298 DUECENTONOVANTOTTO
Gubbio è una piccola grande città medievale dal carattere fiero e generoso. Scolpita dalla tramontana, ravvivata dal giallo delle ginestre in primavera, estrosa, vivissima. Se arrivate da Perugia percorrendo la strada regionale 298, dopo una serie di tornanti, la vista della città appoggiata ai piedi del Monte Ingino è già un bel colpo d’occhio. Tutta protesa verso un punto focale straordinario, il Palazzo dei Consoli, realizzato tra il 1332 e il 1342 su progetto di Angelo da Orvieto (anche se alcuni lo attribuiscono all’architetto locale Matteo Gattapone) durante uno dei periodi di maggiore sviluppo e ricchezza della città, appare al visitatore come avvolta in un’atmosfera particolare.
Se è vero che esiste una “geografia della percezione”, allora incontrare una città è sempre un viaggio emotivo, un calarsi nella sua essenza nel tentativo di capirla e Gubbio non sfugge a questa regola. Arrivando qui si è attratti inevitabilmente dal potente magnetismo di questo palazzo simbolo, sede del Consiglio Generale del Popolo, dei Consoli e dei Gonfaloni durante il florido periodo del libero comune. Un palazzo che racconta di un città fiera, consapevole della propria bellezza. Maestoso, fatto di pietra al punto da sembrare sorto dalla stessa roccia, è sicuramente uno dei più importanti edifici pubblici italiani.
65 SESSANTACINQUE MILIONI
Gubbio è uno dei pochi luoghi al mondo dove si può studiare la storia del paleomagnetistmo terrestre nelle rocce sedimentarie.
Negli anni ’70 il geologo Walter Álvarez ha scoperto un’alta concentrazione di iridio in un sottile strato di argilla nella Gola del Bottaccione, indicando l’impatto di un asteroide circa 65 milioni di anni fa.
Questa scoperta ha rivoluzionato la comprensione della scomparsa dei dinosauri e ha modificato radicalmente la visione geologica della Terra, dimostrando che eventi catastrofici possono alterare drasticamente la vita sul pianeta in brevissimo tempo.
21 VENTUNO
“E tu, frate lupo, prometti d’osservare a costoro il patto della pace, che tu non offenda né gli uomini, né gli animali, né nessuna creatura?”. Con queste parole, contenute nei Fioretti di San Francesco al capitolo ventuno, viene narrata la vicenda dell’ammansimento del lupo da parte del Santo. San Francesco comunicò con l’animale, convincendolo a smettere di nuocere alla gente in cambio della promessa che gli abitanti della città si sarebbero presi cura di lui. Il lupo accettò e, da quel momento in poi, visse in pace con gli abitanti della città fino alla fine dei suoi giorni. Questa storia è diventata simbolo universalmente riconosciuto della pace e dell’armonia tra uomo e natura.
2 DUE
Merita davvero una visita il Museo Civico all’interno del Palazzo dei Consoli. Qui, nella “Cappella vecchia” sono conservate le misteriose Tavole Eugubine e in una saletta dedicata alle ceramiche, due piatti cinquecenteschi realizzati con la tecnica del lustro da Mastro Giorgio Andreoli.
Questo maestro, le cui opere sono sparse un po’ in tutto il mondo in grandi musei e collezioni private, perfezionò un tipo di cottura delle maioliche considerata l’apice di una tradizione che affonda le proprie origini nel mondo arabo e orientale. Da vedere da vicino, pare siano alchemiche…
60 e 6 SESSANTA e SEI
Sessanta metri di altezza. Questa è la misura della Torre Campanaria del Palazzo dei Consoli. Su questa torre, merlata alla maniera guelfa, si trova il Campanone, i cui rintocchi, quando viene suonato con tutto il corpo dai sei coraggiosi campanari, si dice arrivino fino a Gualdo Tadino! In effetti, con queste altezze, Gubbio è un po’ una New York medievale…
4 QUATTRO
A Gubbio c’è una delle piazze pensili più grandi al mondo e la più grande in Europa. Piazza Grande, che sembra fatta di cielo e nuvole per la sensazione di leggerezza che regala, poggia su quattro imponenti arconi ben visibili dalla sottostante via Baldassini e colpisce per l’armonia delle proporzioni e l’esatto incastonamento tra il Palazzo dei Consoli e il Palazzo Pretorio. Da qui il panorama è assicurato. A Primavera ci si può sedere sulla scalinata in pietra che porta all’ingresso del Palazzo dei Consoli, la cosiddetta “Scalea” e semplicemente contemplare il cielo, che di solito è pieno di rondini. Nel mese di settembre da questa piazza potrete ammirare i più cangianti e meravigliosi tramonti. La bellezza di questa piazza è una delle ragioni per cui in tanti, da ogni parte del mondo, scelgono di celebrare il proprio matrimonio nella nostra città.
1800 MILLEOTTOCENTO
1800
MILLEOTTOCENTO
Su Piazza Grande si affaccia Palazzo Ranghiasci Brancaleoni, realizzato intorno alla metà del 1800 accorpando abitazioni medievali e rivestendole con una facciata neoclassica. Questo tocco romantico del tutto inusuale, se paragonato alla rigorosa austerità delle architetture eugubine, addolcisce il guardare e non stona affatto con il contesto, anzi. Sarà forse per via della sua storia, che è in effetti una storia d’amore.
Il marchese Ranghiasci sposò la facoltosa inglese Matilde Hobhause e le volle regalare il più bel panorama della città, quello che possiamo tutt’ora ammirare da questa piazza davvero unica.
320 TRECENTOVENTI
E sempre grazie all’amore del marchese Ranghiasci per la sua sposa, a Gubbio si può passeggiare a Parco Ranghiasci, proprio nel centro storico. Un grande giardino all’inglese, realizzato in onore della marchesa. L’opera è accessibile sia dall’ingresso un tempo carrozzabile che affaccia su via Gabrielli, che dalla parte alta di via della Ripa. Qui, tra viali che si snodano su più livelli, un bel tempietto, torri medievali e un villino, ciò che maggiormente domina è la ricchezza della vegetazione e le visuali armoniose della città in basso. Dell’impianto arboreo precedente all’intervento del marchese sopravvivono alcuni lecci di dimensioni eccezionali: il più grande ha una circonferenza di 320 centimetri e si trova nella parte più alta del bellissimo parco.
1422 MILLEQUATTROCENTOVENTIDUE
1422
MILLEQUATTROCENTOVENTIDUE
Salendo da Piazza Grande scalini e qualche salita (tranquilli… ci sono molti ascensori in città, proprio per facilitarne la visita a chiunque) troviamo il Palazzo Ducale e i Giardini Pensili. Qui, oltre alla splendida vista, si respira il raro esempio di un Rinascimento tessuto tra le trame del Medioevo, quasi sua spontanea evoluzione portata nella città da uno dei più famosi e importanti mecenati della storia italiana, Federico da Montefeltro, nato a Gubbio nel 1422. A Gubbio il duca stabilì la sua residenza più importante, dopo quella di Urbino. Palazzo e giardino meravigliosi e tutti da scoprire, progettati dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
6000 SEIMILA
Il Teatro Romano di Gubbio, costruito alla fine del I sec. a.C., è tra i più capienti del periodo e poteva contenere circa seimila spettatori. Testimonia dell’alto livello culturale, economico e sociale dell’antica città di Iguvium. La visita al Teatro Romano è consigliabile sempre, ma soprattutto nel periodo estivo, quando ospita una ricca programmazione di spettacoli teatrali e musicali. Da visitare sicuramente l’Antiquarium, piccolo ma importante museo archeologico. E per rilassarsi in famiglia questa zona verde a due passi dal centro offre tanti giochi per bambini in tutta sicurezza.
40 QUARANTA
Dai giardini pensili si gode di una splendida vista. Da qui è possibile osservare dal dietro le Logge dei Tiratori della lana, altro edificio simbolo, vera e propria porta d’ingresso alla città. Le Logge, insieme al Monumento ai Caduti, ai giardinetti e alla Chiesa di San Francesco, si trova nella zona bassa, in Piazza Quaranta Martiri. La piazza deve il suo nome a un evento tragico avvenuto nella città durante la seconda guerra mondiale, quando quaranta cittadini e cittadine vennero trucidati come rappresaglia all’uccisione di un tenente tedesco in un bar del centro. Il martirio viene ricordato il 22 giugno di ogni anno con una commemorazione cittadina che si svolge nel Mausoleo dei Quaranta Martiri.
1300 MILLETRECENTO
È questo l’anno di costruzione del Palazzo del Bargello, ai tempi dunque sede del Bargello, che era il capo della polizia e oggi spazio museale, nonché sede della Società dei Balestrieri eugubini.
Questo palazzo, perfettamente conservato, incurioscisce molto i turisti per due ragioni:
- la presenza della “Porta del morto”, stretta e con la soglia un po’ più alta rispetto al piano stradale. Struttura caratteristica delle abitazioni medievali, secondo la tradizione, appariva ininterrottamente murata e aperta soltanto per far passare la bara del defunto. In realtà, probabilmente era una comune porta d’ingresso alle stanze abitate, normalmente posizionate, nel medioevo, al primo piano sopra le botteghe commerciali e dotata di una scaletta mobile di legno che, di notte, veniva tolta per motivi di sicurezza;
- l’affaccio sulla cinquecentesca “Fontana del Bargello”, meglio conosciuta come Fontana dei Matti, dove si può prendere la famosa “patente”.
18 DICIOTTO
Questo è il numero delle chiese normalmente visitabili a Gubbio, nella pagina dedicata agli itinerari troverete diverse proposte per conoscerle e ammirarne la storia e l’arte sia pittorica che architettonica. Ci soffermiamo qui su un racconto breve riferito all chiesa di San Francesco, che si trova proprio in questa parte bassa e che racconta del legame che unisce la città di Gubbio alla figura del santo Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La chiesa risale alla prima metà del Duecento, a pochi anni di distanza dalla morte del santo, che avvenne nel 1226. Fu edificata a ridosso della casa della famiglia Spadalonga, gli amici presso cui san Francesco si rifugiò subito dopo la sua fuga da Assisi, cioè dopo essersi spogliato di tutti i beni del padre. Arrivò qui in una fredda notte di marzo e chiese per coprirsi un’umile tunica, la stessa che poi diventerà il saio riconoscibile del suo ordine di frati. La chiesa ha un impianto a tre navate, è di una bellezza semplice come il santo che l’ha ispirata e vi si respira un’amosfera di raccoglimento. Di rilievo alcuni affreschi quattrocenteschi di un giovane Ottaviano Nelli che raccontano la vita della Madonna tratta dai vangeli apocrifi.
20.000 VENTIMILA
L’enorme “Botte dei Canonici”, ben conservata e visitabile in via Federico da Montefeltro, poteva contenere fino a 20.000 litri di vino! Molto amata dai turisti, è una delle botti antiche più grandi d’Europa.