maggio 2022
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Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
19mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

Dettagli dell'evento
Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
Dettagli dell'evento
Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
19mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
19mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
19mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi
maggio 2022
01mag7:30 am11:30 amDiscesa dei Ceri - Prima domenica di maggio1° maggio

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È il preludio della Festa dei Ceri che si svolge ogni anno il 15 maggio e già ne condivide l’entusiasmo e l’atmosfera. I Ceri che durante tutto l’anno sono
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È il preludio della Festa dei Ceri che si svolge ogni anno il 15 maggio e già ne condivide l’entusiasmo e l’atmosfera.
I Ceri che durante tutto l’anno sono custoditi nella navata destra della Basilica di Sant’Ubaldo in cima al Monte Ingino, vengono portati in città, in corteo ed in posizione orizzontale; è usanza porre a cavalcioni di essi i bambini vestiti con i caratteristici e colorati costumi.
Dopo un percorso che attraversa la città, i Ceri, accompagnati dalla Banda, dai Tamburini, da rappresentanti della Città e delle Famiglie ceraiole, vengono collocati nella sala dell’Arengo nel Palazzo dei Consoli fino al 15 maggio.
N.B. Si consiglia di indossare le mascherine FFP2 anche all’aperto nei tratti del percorso particolarmente affollati.
Per maggiori informazioni: Servizio Turistico Associato 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
7:30am - 11:30am
Luogo
Monte Ingino, Centro storico

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
01mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
01mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
02mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
02mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
03mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
03mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
04mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
04mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
05mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
05mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
06mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
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06mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
07mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
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07mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
07mag10:45 amSulle vie della fraternità7 maggio

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Anche la Diocesi di Gubbio con i suoi istituti culturali, partecipa alle Giornate di Valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico 2022, grazie a
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Orario
10:45am
Luogo
Museo Diocesano
Via Federico da Montefeltro

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
08mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
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08mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
08mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
09mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
09mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
09mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
10mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
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10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
10mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
11mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
11mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
11mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
11mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
12mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
12mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
12mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
12mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
13mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

Dettagli dell'evento
Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
13mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
13mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
13mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
14mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
14mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
14mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
14mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi
15mag6:00 am8:00 pmFesta dei Ceri15 maggio

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Si svolge ogni anno il 15 maggio, vigilia della festa del patrono Sant'Ubaldo. I CERI sono tre alti e pesanti manufatti lignei sormontati rispettivamente dalle statue di Sant' Ubaldo (protettore
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Si svolge ogni anno il 15 maggio, vigilia della festa del patrono Sant’Ubaldo.
I CERI sono tre alti e pesanti manufatti lignei sormontati rispettivamente dalle statue di Sant’ Ubaldo (protettore dei Muratori), di San Giorgio (protettore dei Merciai) e di Sant’ Antonio Abate (protettore degli Asinari e dei Contadini e, più recentemente, degli studenti), che vengono fissate su barelle che permettono ai ceraioli di portare i Ceri a spalla e di corsa per le vie della città fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, in vetta al monte Ingino.
Un suggestivo cerimoniale mattutino precede la corsa.
In Piazza Grande, a mezzogiorno, ha luogo la spettacolare ‘alzata’ dei Ceri; subito dopo essi compiono tre vertiginosi giri della piazza e poi si dividono per effettuare la ‘mostra’ per le vie della città. Vengono poi deposti in via Savelli, dove rimangono fino al momento della corsa.
Dal Duomo esce, nel pomeriggio, la processione con la statua di Sant’Ubaldo, che arriva fino in cima a via Dante, ove il Vescovo benedice i Ceri che iniziano così la loro frenetica corsa. Dopo aver percorso le principali vie della città, essi tornano in Piazza Grande e compiono altre tre ‘birate’, portandosi quindi alla Porta dell’Angelo (detta di Sant’Ubaldo) per iniziare l’ascesa al Monte Ingino.
Alla fine della Corsa, i Ceri vengono deposti nella Basilica di Sant’Ubaldo, mentre le statue dei Santi sono riportate in città tra canti e fiaccolate. La festa è forse riconducibile ad antichi riti pagani ma solo il suo carattere cristiano e celebrativo in onore di Sant’Ubaldo è storicamente provato per via documentaria.
Le fasi principali della Corsa dei Ceri vengono ripetute la domenica successiva al 15 maggio per la Festa dei Ceri Mezzani dove sono protagonisti i ragazzi più giovani e il 2 giugno, festa della Repubblica, per la Festa dei Ceri Piccoli, dedicata ai bambini.
N.B.: in ottemperanza alle disposizioni prefettizie decise in collaborazione con il Comune di Gubbio, Università dei Muratori, Famiglie Ceraiole e con tutte le parti coinvolte a vario titolo nell’organizzazione della Festa, è stato stabilito l‘obbligo di indossare mascherine FFP2 anche all’aperto, dato il notevole afflusso di pubblico.
QUI tutte le informazioni per vivere al meglio la Festa
Per saperne di più: www.festadeiceri.it www.ceri.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Credit video, Luca Simon Biccheri videomaker
Orario
6:00am - 8:00pm
Luogo
Centro storico
Organizzazione

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
15mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
15mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
15mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
15mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi

Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
Dettagli dell'evento
Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
16mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
16mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
16mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
16mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi
16mag6:00 pmTradizionale Concerto della Banda Comunale in onore di Sant'Ubaldo16 maggio

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Ogni 16 maggio, la Banda Comunale di Gubbio, tiene il tradizionale Concerto in onore del patrono S. Ubaldo, con repertori che spaziano da notissimi brani di musica classica
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Ogni 16 maggio, la Banda Comunale di Gubbio, tiene il tradizionale Concerto in onore del patrono S. Ubaldo, con repertori che spaziano da notissimi brani di musica classica fino a composizioni contemporanee e popolari.
Quest’anno sarà ospite il musicista Massimo Cervini che suonerà il theremin, antesignano degli strumenti elettronici.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Gubbio e l’incasso viene devoluto ogni anno a una diversa associazione di volontariato del territorio.
Per maggiori informazioni: bandacomunaledigubbio@gmail.com
Per informazioni turistiche: Servizio Turistico Associato Gubbio, 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
6:00pm
Luogo
Piazza San Pietro
Piazza San Pietro
Organizzazione
Banda Comunale di Gubbiobandacomunaledigubbio@gmail.com

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
17mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
17mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
Dettagli dell'evento
Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
17mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
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L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
17mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti maiolicati a lustro. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per il suo lavoro e ha partecipato a numerose mostre. Per citarne solo alcune: Fiera internazionale della ceramica CEVIDER, Valencia (Premio Qualità e Design per le migliori ceramiche neo-tradizionali 1997, 1998; Premio Alfa de Oro dalla Società Spagnola della Ceramica e del Vetro 1999); Mostra Reflets. Ceramique lustree. 17 Céramistes al Museo di Lione (2012); Mostra La maestria della Ceramica a Lustro e le sue sfumature/Nouances nel Centro dell’Artigianato della Regione di Valencia (2015); Mostra Cinque paesi una visione, Gubbio, Palazzo Della Porta, 2018; Mostra Cinc països una visió, Manises, Casa de la Cultura, Sala d’éxposición “José Gimeno Martínez”. È autore di raffinate riproduzioni di ceramiche ispano-moresche, tipiche della tradizione a lustro manisera, e di originalissimi esemplari d’impostazione moderna.
Per maggiori informazioni: 075 9273912; www.maggioeugubino.com ; info@maggioeugubino.com
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
5:00pm
Organizzazione
Associazione Maggio Eugubinoinfo@maggioeugubino.com Piazza Oderisi in Corso Garibaldi

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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi
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Una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni Settanta ad oggi, che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità.
Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà.
Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna.
Questa coralità prova a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale.
Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ – cioè pensati e costruiti appositamente per il luogo espositivo in cui troveranno spazio – vivranno solo il tempo della mostra. (dal comunicato stampa)
Esporranno:
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Maria Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Didymos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco, Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner, Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
La mostra è curata da Isabella Puliafito che ha realizzato anche i testi del catalogo edito da Fotolibri Gubbio, con la prefazione di Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo di Palazzo Ducale.
La conferenza stampa di presentazione si terrà il 5 marzo alle 11 nella Sala degli Stemmi a Palazzo Pretorio, a seguire l’inaugurazione nella sede della mostra a Palazzo Ducale.
Per informazioni su biglietti e orari di apertura: 075 9275872; drmumb.ducalegubbio@beniculturali.it
Orario
9:00am - 7:00pm
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
18mag10:00 amLe "Tavolette" di Taddeo di Bartolo - Mostra permanentePalazzo Ducale

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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d'Aste Pandolfini, esercitando il diritto di
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Al Museo di Palazzo Ducale, è visitabile l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo, acquisite nel 2017 dal MiBact dalla Casa d’Aste Pandolfini, esercitando il diritto di prelazione, riconoscendo in esse un eccezionale interesse storico-artistico e ravvisandovi un documento fondamentale per ricostruire l’importante stagione pittorica tardo-gotica nella cittadina umbra, coincidente con il consolidarsi della signoria dei Montefeltro.
Le opere, scomparti superiori di una complessa macchina verosimilmente collocata sull’altare maggiore della chiesa di San Domenico, da cui fu rimossa forse già attorno al 1765, raffigurano San Pietro martire, il Beato Ambrogio Sansedoni, un Santo vescovo, San Gregorio Magno, San Luca, San Matteo, Santo Stefano, San Tommaso d’Aquino.
Le altre parti della grande pala sono esposte in alcuni musei americani: la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA), il San Giovanni Battista e il San Giacomo Maggiore al Memphis Brooks Museum of Arts, il Santo Vescovo e la Santa Caterina di Alessandria al New Orleans Museum of Arts.
L’acquisizione risarcisce Gubbio di quanto nel tempo le è stato sottratto per arricchire musei e collezioni private italiane e straniere; un triste destino che la città ha condiviso con Palazzo Ducale, spogliato a partire dal 1631, con il passaggio prima alla famiglia fiorentina dei Medici e poi in mani private, della quasi totalità suoi arredi, tra cui il celeberrimo Studiolo, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Per maggiori informazioni: 075 9275278 (Museo) 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it (Ufficio IAT Gubbio)
Per approfondimenti sulla storia delle tavolette si rimanda all’articolo della direttrice Paola Mercurelli Salari nella rivista online, diretta da Marco Saioni, “Note d’arte Umbria”
http://www.notedarteumbria.beniculturali.it/argomenti/acquisizioni/
Orario
10:00am
Luogo
Palazzo Ducale
Via Federico da Montefeltro 1
Organizzazione
18mag10:00 amNumerotre - Personale di pittura di Patrizia Pastorelli8 - 29 maggio 2022

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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine. L'inaugurazione della mostra - la terza della pittrice a Gubbio - è
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Patrizia Pastorelli torna ad esporre al Palazzo del Bargello con NUMEROTRE, una mostra che omaggia Gubbio sua città d’origine.
L’inaugurazione della mostra – la terza della pittrice a Gubbio – è prevista per domenica 8 maggio ed è curata dall’Associazione Culturale La Medusa, patrocinata dal Comune di Gubbio, dalla Società Balestrieri e dalla Inner Wheel Club territoriale.
In questa nuova fatica artistica, la pittrice porterà una rassegna molto intima di opere, alcune delle quali legate appunto al numero tre, che torna imperante in questa nuova esperienza espositiva.
Dal 2008 ad oggi la pittrice eugubina annovera decine di partecipazioni ad eventi artistici e collettive in Umbria e non solo.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio.
QUI il comunicato stampa dell’associazione La Medusa
Per maggiori informazioni: 075 9220904; info@medusacultura.it
Per info sull’artista: www.patriziapastorelli.it
Orario
10:00am
Organizzazione
Associazione Culturale La Medusainfo@medusacultura.it Via Federico da Montefeltro
18mag10:30 am“Un giovane Raffaello a bottega” mostra del Gonfalone del Corpus Domini

Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella - come recita il sottotitolo - di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che
Dettagli dell'evento
L’intenzione della mostra, ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Laici è quella – come recita il sottotitolo – di approfondire evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini che portano verso l’attribuzione al giovane maestro urbinate del Rinascimento.
Il Gonfalone del Corpus Domini, scoperto circa vent’anni fa nella Chiesa di Santa Maria al Corso è oggetto – da oltre tre lustri – di un vivace dibattito tra esperti dell’opera di Raffaello, riguardo all’attribuzione all’artista dell’opera devozionale, dibattito che è tornato a riaccendersi nell’anno che celebra quinto centenario della morte del pittore.
L’opera è una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Cristo Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù.
Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico.
Nell’ottobre del 2004, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con le più moderne tecniche; a rendere più intrigante e fitto il mistero sull’attribuzione raffaellesca contribuì allora anche una sigla particolare che, a una prima osservazione, evidenziava una R e una V tracciate ripetutamente sul piviale indossato dal vescovo e patrono di Gubbio sant’Ubaldo. Un esame accurato del paleografo Massimiliano Bassetti interpretava le lettere come il monogramma “Raphael Urbinas”, dunque una vera e propria firma del maestro, all’epoca giovanissimo.
Dal 2004 in poi, il gonfalone ha suscitato una crescente curiosità, specie tra cultori del Rinascimento e critici d’arte e e’ stato inserito in numerose mostre sia in Italia che all’estero.
Uno degli scopi dell’esposizione – come ha sottolineato durante l’inaugurazione, il vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e’ di rilanciare lo studio dell’opera, sia per il completamento dei restauri che sono parziali, sia per gli indizi che alcuni studiosi hanno rilevato circa l’intervento di un giovane Raffaello o della bottega del padre, Giovanni Santi; l’esposizione può essere occasione di studio e di confronto fra esperti di storia dell’arte anche in vista di un convegno da organizzare, si spera, nei prossimi mesi.
Il restauro e’ stato effettuato dalle restauratrici eugubine Tiziana Monacelli, Vincenza Morena e Roberta Tironzelli.
L’esposizione e’ stata curata dalla storica dell’arte Giordana Benazzi, che ha condensato i suoi studi e approfondimenti nei testi di sei pannelli esplicativi, dall’architetto Francesco Raschi che ha curato gli allestimenti, dalle aziende Traversini e Illux per supporti e illuminazione.
Lo studio Federico Venerucci Comunicazione ha seguito il progetto grafico e la stampa dei materiali.
Orari fino al 3 aprile 2022:
- dal venerdì alla domenica, 10.30 – 12.30; 15.30 – 17.30
Biglietti:
- intero 3,00€; ridotto studenti 1€
E’ possibile visitare la mostra anche in altri giorni o orari su prenotazione ai seguenti contatti:
- La Medusa Associazione culturale 075 9220904 – 350 1974164 (anche whatsapp) info@museogubbio.it
Per informazioni turistiche:
Servizio Turistico Associato – 075 9220693; info@iat.gubbio.pg.it
Orario
10:30am
Organizzazione
Assessorato alla Cultura Comune di Gubbio, Polo museale diocesano
18mag5:00 pmBrocche d'Autore11 maggio - 2 giugno

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Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d'Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte
Dettagli dell'evento
Ogni anno l’associazione ‘Maggio Eugubino’, con il patrocinio del Comune, promuove e organizza l’esposizione Brocche d’Autore con la finalità di sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.
Dall’ 11 maggio al 2 giugno, le brocche sono in mostra nel Museo delle Brocche d’Autore, nello spazio multimediale Enjoy&Share di Via Baldassini e nelle vetrine dei negozi del Centro Storico.
L’intento è quello di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio con un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.
L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire.
La creazione delle brocche d’autore 2022 è stata affidata al perugino Nicola Renzi e allo spagnolo Arturo Mora Benavent.
Per quanto riguarda Gubbio, verrà presentato il lavoro progettato nel 2019 dal compianto ceramista Gaetano Rossi, al quale era stato affidato l’incarico di realizzare le brocche per l’edizione del 2020 in seguito annullata.
- Gaetano Rossi Gubbio, 1952-2019, in memoria.
«[…] Dopo aver conseguito la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Roma ho espletato la libera professione ed ho diretto Uffici Pubblici. Che mi sarei occupato delle arti figurative plastiche era scritto nel mio DNA, non fosse altro perché sono cresciuto nel laboratorio di famiglia, che ha da sempre creato buccheri, voluto da mio padre, Antonio Rossi, negli anni 30 dopo aver conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Perugia. Numerose sono le contaminazioni avute negli anni dal laboratorio con architetti, Gio Ponti tra questi, ceramisti ed artisti che nel corso degli anni hanno frequentato Gubbio. Come detto è in questo clima che sono cresciuto ed è in questo ambiente che dovevo tornare, non fosse altro per il modo in cui, attraverso l’argilla, si riesce a dare immediata concretezza all’inventiva. Alcune mie creazioni sono state presentate nell’ambito di iniziative svolte a New York in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Mi piace ricordare, inoltre, la partecipazione alla mostra Colori locali, curata da Ugo La Pietra e tenutasi a Firenze nell’aprile 2000 ed alla mostra collettiva […] denominata Di Terra in Terra – produzione contemporanea da città umbre di antica tradizione ceramica [2014-2015]. Nel 2017 ho partecipato alla XIII Biennale Internazionale della Ceramica Artistica di Averio in Portogallo, qualificandomi al secondo posto tra oltre 200 partecipanti. […] Concludo dicendo che la ceramica e l’architettura costituiscono in me un binomio di interessi di sicuro effetto che mi causa spesso frenesia accompagnata da un cortocircuito creativo». - Nicola Renzi
Nato a Perugia nel 1972. Consegue la maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino di Betto” e si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Dal 2000 al 2004 collabora a progetti e opere come assistente di Edgardo Abbozzo. Nel 2008 viene incaricato dal Comune di Gubbio di realizzare un’installazione permanente presso gli spazi del Nuovo Complesso Cimiteriale. Tra le sue numerose opere, diverse riguardano l’arte della ceramica. Vince il 3° Premio “Aldo Ajò”, concorso di ceramica contemporanea promosso dal Comune di Gubbio (2008). Nel 2011 è ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte per le nuove caserme del Corpo Forestale dello Stato di Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Perugia: vince il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte (bassorilievo in ceramica a terzo fuoco) per la nuova caserma del Corpo Forestale di Gualdo Tadino (2012). Tre anni dopo viene selezionato (con A. Duff) per il Concorso Internazionale di Ceramica, Museo di Carouge, Ginevra, Svizzera. Nel 2018 è selezionato invece al concorso per la 58° mostra internazionale della Ceramica di Castellamonte, “Ceramics in Love”, Torino. Nel 2019 viene ammesso alla seconda fase del concorso nazionale per la scelta di opere d’arte (ceramica/mosaico, scultura) da destinare alla nuova sede del Compartimento Regionale e Sezione Provinciale della Polizia Stradale di Bologna. Insegna Scultura e Pittura nei bienni specialistici all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove è Vice Direttore. Insegna a contratto anche alle Accademie di Belle Arti di Roma, di Bari e di Ravenna. - Arturo Mora Benavent
Nato a Manises, in Spagna, nel 1970. Proviene da una famiglia di ceramisti risalente al XIX secolo. All’età di 17 anni è già coinvolto nel suo mestiere, lavorando nella fabbrica di ceramiche di suo padre a Manises. Lì si concentra sulla storia della ceramica, del disegno e dell’arte del tornio da vasaio. Si diploma nel 1990 presso la Scuola di Ceramica di Manises. Nel 1992 inizia l’attività di torniante professionista. Con suo padre, Salvator Mora, inizia il processo di rilancio dell’arte del lustro ispano-moresco. Fin dagli esordi della sua carriera Arturo si è concentrato sull’ulteriore raffinamento della produzione di lustri. Ha anche lavorato con importanti architetti e restauratori spagnoli nel recupero di vari monumenti aventi inserti mai